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Viaggio nel paese di Giammai

[...] Proprio qui aggancio il lavoro di Antonello Matarazzo. La sua è infatti una continua registrazione pittorica del procedere del proprio sguardo allucinato, come di uno che è assolutamente insoddisfatto della realtà così come si presenta e quindi sceglie con lucidità di alterarla. Dipingeva forchette, cucchiai, scarpe, mani e quant'altro, come sotto l'effetto visivo di una lente deformante e tranquillamente continua con le facce della gente. Imagine, così si intitolano, opportunamente per il nostro discorso, questa serie di faccioni verticalizzati. Una parola chiave che è lasciata in maniera ambigua tra significato letterario e interpretazione istintiva, ancorché suffragata dalla sua radice etimologica. Non è un caso che Matarazzo lavori sull'immagine dell'uomo. In particolare in questi quadri sottopone la testa ad una pressione, come per ottenere un vuoto preliminare in cui riversare quello che nelle immagini comuni non è possibile trovare. La pressione applicata è proprio di tipo fisico: uno schiacciamento laterale a cui fortunatamente corrisponde un allungamento verticale. In modo monomaniacale Matarazzo sottopone tutte le fisionomie che gli capitano a tiro a questo condizionamento, come in una ricerca degli effetti riscontrabili. La stesura pittorica è secca e monocromatica, analitica e senza nessuna concessione che alimenti effetti caricaturali, arrivando a collocare queste immagini tra la più classica anamorfosi e le recenti manipolazioni ottenute con il morphing. Idee antiche che trovano nuovi e più veloci mezzi di trasporto. Ma a parte le similitudini non è ovviamente né l'una né l'altra. Della prima non ha infatti la reversibilità e quindi l'esattezza scientifica, della seconda manca del supporto tecnologico. Rimane dunque la via di un'alterazione immaginativa che segue un istinto, un'intuizione. La restrizione dello spazio, la perdita di valore reale delle distanze, accompagnato dal paradossale e contraddittorio restringersi degli spazi vitali e abitativi. Immaginate come potrebbe reagire in un accelerato e fantastico processo evoluzionistico il corpo umano di fronte a delle condizioni estreme del tipo sardine in scatola, brevetto giapponese. Oblunghi esseri dalla faccia cavallina attraversano il pianeta Terra. [...]

Raffaele Gavarro
(dal catalogo Viaggio nel paese di Giammai, Edizioni d'Arte Parente, Benevento 1996)



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