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RIZOMATICA DEL MOVIMMENTO Bruno Di Marino L'immaginario filmico di un artista come Antonello Matarazzo non può non risentire innanzitutto della sua formazione pittorica. L'esattezza del suo sguardo coniugata anche alla necessità di un gesto, sempre limpido e perentorio, che cerca di tradurre in immagini (in movimento o meno) il caos del mondo, è per esempio una delle caratteristiche del suo fare artistico. E del resto si avverte che, pur non nascendo come cineasta, Matarazzo sa padroneggiare perfettamente il medium, esplorandone le possibilità, anche gli effetti, ma non scegliendo una strada narrativa, piuttosto muovendosi in bilico tra la sperimentazione e il documentario. Ed è proprio su questo versante che Matarazzo si è esercitato negli ultimi due anni, con due lavori molto diversi l'uno dall'altro: il mediometraggio Latta e cafè (2009), prodotto per la Filmauro da Aurelio De Laurentiis, e il cortometraggio Video su carta (2011), presentato nel giugno scorso alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano. Il primo (film riconosciuto di interesse culturale dal Ministero dei Beni Culturali) è un portrait dedicato a Riccardo Dalisi, architetto e designer napoletano. Raccontare per immagini la lunga e composita attività di una figura eclettica come quella di Dalisi, richiede un'assoluta libertà di messa in scena. Ed è per questa ragione che Latta e cafè inizia in modo metafilmico, attraverso l'enunciazione di una struttura che sarà in gran parte disattesa dallo sviluppo del progetto. In questo senso quello che in parte è definibile un ritratto di Dalisi, rispecchia l'approccio e lo stile del soggetto stesso: Latta e cafè è un documentario "imprevedibile", che tocca certi argomenti, si allontana, vi ritorna nuovamente, in un flusso schizofrenico riflesso dell'energia eclettica che informa l'estetica dalisiana. L'oggetto-principe dell'universo progettuale di Dalisi, ovvero la caffettiera, fa la sua comparsa nella prima parte del film per riapparire verso la fine: ed è solo un esempio di come nessun tema trattato da Matarazzo può essere concluso. Il ritmo del lavoro blandisce l'estetica di Dalisi, che è anche cinetica, mettendo in evidenza, fino all'esplosione, quanto ci sia di mobile nelle creazioni dell'architetto. La struttura caotica di Latta e cafè vede il suo rovescio nell'architettura geometrica e lineare di Video su carta, realizzato in occasione della mostra di Perino & Vele presso la Fondazione Pomodoro. Se il processo artistico di Dalisi viene raccontato in modo barocco, la struttura del cortometraggio sui due artisti campani (amici di lunga data e di percorso di A. M.), i quali hanno deciso di concentrarsi su una sola ma straordinaria tecnica, la cartapesta, è più vicina al linguaggio della minimal art. L'universo di Perino & Vele è sintetizzato attraverso immagini "schematiche", ovvero con visioni che, oltre a documentare le diverse fasi processuali del loro lavoro, si trasformano continuamente in sinopie infografiche, con un passaggio dalle immagini dal vero a immagini reticolari che replicano la stessa texture quadrettata delle loro figure di cartapesta. Inquadrature fisse, movimenti di macchina lenti e definiti, e soprattutto un montaggio che scandisce la messa in scena, in sincrono con la musica e con i rumori: questo è lo stile adottato da Matarazzo, opposto all'uso della camera a mano, delle dissolvenze dal nero e dei tagli netti di Latta e cafè. In questi due lavori Matarazzo pur riecheggiando lo stile degli artisti che sceglie di raccontare, impone il suo sguardo ri-leggendo e ri-mettendo in scena l'estetica dei suoi colleghi, valendosi del proprio inconfondibile linguaggio. Nel documento creativo troviamo altresì tracce del terreno artistico e sperimentale che Matarazzo ha esplorato negli ultimi anni. L'interconnessione e lo scambio tra immagini fisse (fotografiche) e immagini in movimento (videografiche) è al centro di diversi suoi video e installazioni, fin da La camera chiara e La posa infinita, un tema che diventa centrale in altri lavori: da VeraZnunt – che sarà riproposto sotto forma di installazione di Palazzo Zenobio a Venezia – a Peopleconnection, da Motus a Karma, una delle sue opere più recenti elaborata in diverse versioni, che sarà allestita – sempre nel mese di settembre – presso il CAM di Casoria (Na), Padiglione Italiano regionale della 54. Biennale di Venezia. Bruno Di Marino (www.1fmediaproject.net 09/09/2011) << |